Sostegni e De Robertis (PD): “Contro il femminicidio ottimo l’incremento dei fondi regionali per i centri anti violenza. Urgente attuare nostra mozione per inserimento lavorativo donne che fuggono dalla violenza”.

“Salutiamo con grande soddisfazione la notizia dell’aumento delle risorse per i centri antiviolenza data dal presidente Rossi. Cogliamo l’occasione per chiedere che il Governo regionale dia dunque massima priorità all’attuazione della mozione che il Consiglio regionale ha approvato mercoledì sul tema delle donne vittime di violenza e violenza domestica.” Un plauso e una “impellente” richiesta che arrivano dai consiglieri regionali PD Enrico Sostegni e Lucia De Robertis, autori dell’atto di indirizzo votato il 3 agosto dall’aula di Palazzo Panciatichi che impegna la Giunta a stanziare risorse del Fondo Sociale Europeo “per l’inserimento lavorativo delle donne che hanno avuto il coraggio di uscire, per tempo, da situazioni di violenza e hanno bisogno di tutto pe ricostruirsi la vita”.

“La prevenzione – spiegano i due consiglieri regionali – passa anche dalla consapevolezza, per le donne che subiscono violenza, dell’esistenza di una via d’uscita al loro dramma. In primis, quella della rete dei centri anti violenza, con la presa in carico nell’emergenza e un primo percorso di assistenza. Troppo spesso, però, le donne prive di una propria autonomia economica rinunciano a denunciare il compagno violento proprio per il timore di non riuscire più ad avere un sostentamento per sé e per i figli. Questa è una paura che deve essere eliminata, attraverso il potenziamento degli strumenti di collocamento lavorativo per le donne che escono da situazioni di violenza”.

La mozione approvata mercoledì, fanno sapere i due proponenti, “chiede che una parte dei 6 milioni di euro di risorse per l’impiego delle donne date alla Toscana dal Fondo Sociale Europeo vadano a sostenere l’occupazione di quelle che escono da percorsi di violenza e violenza domestica, e che, se aggregate in cooperative, possano essere loro riconosciute, con un intervento legislativo statale ad hoc, le stesse agevolazioni che, giustamente, vengono date alle cooperative sociali che impiegano soggetti svantaggiati”.

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